Rc Auto, nel 2020 attese 9 milioni di scatole nere
In pochi anni l’Italia è diventata il primo mercato in Europa nella diffusione delle scatole nere sulle autovetture abbinate a polizze Rc Auto, con oltre 4,5 milioni di box installati. Ma entro il 2020, secondo le stime della società di consulenza Mbs Consulting, il loro numero è destinato a raddoppiare, arrivando a 9 milioni, che corrisponderebbe a una raccolta complessiva di premi Rc Auto di 3 miliardi di euro e ad un giro d’affari di quasi 300 milioni. «Il mercato è partito a metà degli anni duemila, e si è fortemente sviluppato nell’ultimo triennio, con volumi quadruplicati da fine 2012», spiega Federico Scotti, partner di Mbs Consulting.
Ora le tendenze evolutive in atto sono diverse. Finora le compagnie hanno utilizzato lo sconto, in taluni casi fino al 25-30%, come principale strumento di acquisizione di nuovi clienti telematici, ma stanno cominciando a studiare modelli di tariffazione «comportamentale» e stanno cominciando a esplorare opportunità date dalla ricostruzione telematica degli incidenti. «La filiera tecnologica sta cambiando», aggiunge Scotti, «ci sono nuovi player, come telco e società automobilistiche, che sono entrati o stanno entrando nel mercato attirati dagli importanti tassi di crescita e si offrono come partner tecnologici delle compagnie». Ma d’altro canto tutte le principali compagnie, da Generali a Unipol e Allianz , stanno ripensando il proprio modello di gestione della filiera, cercando un presidio maggiore sui dati raccolti dalle scatole nere, spingendosi in alcuni casi fino ad alcune forme di internalizzazione. Intanto i costi per la fornitura tecnologica sono in forte diminuzione grazie anche alla diffusione di dispositivi autoinstallanti, che hanno un costo di circa il 40% rispetto a quelli che hanno bisogno di un professionista per essere installati. Anche se non mancano le cautele da parte di alcuni dei principali player che temono in particolare difficoltà o errori di installazione da parte del cliente che rischiano di compromettere l’affidabilità dei dati. Quel che sembra certo, in ogni caso, è che le scatole nere sono destinate a essere sempre più diffuse tra gli italiani. (fonte : Milano Finanza)